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CENNI STORICI

     Vetreta è una piccola località, nascosta dai boschi, nelle vicinanze di Massa Marittima. L’abitato, poco più di tre case, è stato edificato all’imboccatura di una valle trasversale situata poco sotto la cittadina dell’alta Maremma ed è una delle zone più fertili dei dintorni, grazie anche alla presenza di una ricchissima sorgente d’acqua potabile.

     Inizialmente chiamata San Salvatore, deve il suo nome attuale alla presenza dei ruderi delle fornaci che servivano per la produzione del vetro nel periodo etrusco, da cui “Valle al vetro”, in maremmano “Vetriera” o “Vetreta”. Esiste però un ulteriore teoria sulla derivazione del suo nome, alcuni pensano sia una corruzione della parola “vetriceta”, appellativo che veniva dato alla parte boscosa del luogo per l’abbondanza di vetrici[1] che crescevano in prossimità della sorgente.

     Vetreta, già sede nel XIII secolo d.C. di un monastero dedicato a Santa Maria e San Damiano abbandonato in seguito a guerre e pestilenze, è stato il primo importante luogo di culto consacrato a San Bernardino da Siena. Nel XV secolo, infatti, vi furono costruiti un convento, di cui oggi non rimane che un muro diroccato, e una piccola chiesa a navata unica e dalla linee semplici.

     La tradizione vuole che Bernardino Albizzeschi, frate francescano originario di Massa Marittima, durante la sua ultima permanenza nella cittadina avesse scelto proprio Vetreta come luogo ideale per costruirvi un convento. Bernardino non riuscì mai a portare a termine il suo progetto, poiché morì poco dopo durante un viaggio di evangelizzazione a L’Aquila (20 Maggio 1444). Ad un anno dalla sua morte, tuttavia, i lavori iniziarono ugualmente. Per ordine del comune massetano si costruirono una chiesa dove custodire gli abiti e le altre reliquie del santo, e un convento da affidare all’ordine francescano. Data l’importanza del personaggio e la devozione dei cittadini nei suoi confronti, alcuni anni più tardi, un'ordinanza comunale decise che ogni 20 Maggio si sarebbe commemorata la sua morte con una grande festa e una processione da Massa fino alla chiesa di Vetreta; si sarebbe anche organizzato un bel mercato e per gli otto giorni precedenti e gli otto consecutivi non si sarebbero dovute pagare le gabelle, ne riscuotere debiti, pubblici o privati che fossero.

     Col passare del tempo al convento si susseguirono numerosi ordini religiosi, ma nessuno vi rimase a lungo, a causa di infestazioni di malaria o mancanza di comodità cittadine. Nel 1626 dopo un tentativo di furto, le reliquie del Santo furono riportare a Massa Marittima con una gran processione e sistemate nella Chiesa di San Francesco dove erano state poste in origine. Senza le reliquie il convento cominciò a perdere la sua importanza e nel 1784 fu completamente abbandonato.

     Più tardi Vetreta fu di nuovo abitata, stavolta da contadini e allevatori, quel poco che rimaneva del convento venne utilizzato come struttura base di altre abitazione e la chiesa ormai sconsacrata divenne dapprima un casa colonica, poi un frantoio e infine un magazzino.

     Solo nel 1957 la chiesa di Vetreta verrà restaurata e consacrata di nuovo. In quell’anno San Bernardino da Siena viene proclamato patrono dei pubblicitari per l’abilità dimostrata nell’ideazione del suo stesso emblema: un sole a dodici raggi su sfondo blu, con al suo interno il cristogramma JHS o IHS, abbreviazione del nome Jeshus. L’evento ridarà nuova vita all’abitato e la sua chiesa oltre ad essere utilizzata come santuario della categoria, ospiterà numerosissimi matrimoni. La facciata a capanna della chiesa, con l’iscrizione celebrativa sull’architrave del portale, viene riportata all’antico splendore, al suo interno vengono posizionate un umile acquasantiera ricavata dalla macina di un mulino e una pala d’altare dedicata al Santo, dipinta nel 1960 da Gastone Canessa[2]. Posta sul retro della pala d’altare si trova un’epigrafe a ricordo tale avvenimento.

     Negli anni ’90 la località viene abbandonata di nuovo dai suoi abitanti e poco dopo diventa una delle sedi della Comunità Incontro, un ONLUS che si occupa del recupero dei tossicodipendenti. Oggi la Comunità Incontro non c’è più, tranne il podere le altre case sono abbandonate e la chiesa, ancora di proprietà della diocesi di Massa Marittima – Piombino, sembra non venire più utilizzata.

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